Ho un lettore (nel senso letterale del termine: ne ho SOLO UNO!) molto esigente: non si accontenta di un post solo ed esclusivamente composto di foto, quindi questo nuovo commento andrà a completare il precedente, e soddisfare il mio amato lettore!
Siamo ormai a metà della settimana e lasciamo l'entroterra per tornare ad annusare l'odore del mare... anzi: dell'oceano!
Per non smentirci, evitiamo il più possibile le autostrade (e, almeno questa volta, facciamo bene visto che sono ingorgate per l'esodo di vacanzieri che ancora non hanno ben compreso il concetto di "partenza intelligente"!) e attraversiamo qualche paesino che ci regala ogni volta una sorpresa: fiere, mercatini, musicisti e danzatori in abiti tradizionali...
Spostandoci in Bretagna, raggiungiamo St. Malò in tarda mattinata, prendiamo il bus che fa la spola dal parcheggio (dove hanno subito intuito che eravamo italiani: che fosse la Punto Evo, l'inimitabile stile o l'imperdonabile accento?) e aspettiamo che il ponte lavatoio si abbassi dopo aver lasciato passare un lupo di mare con la sua barchetta - pregasi leggere con la pronuncia milanese.
Ora, a chilometri di distanza, dopo quasi un mese, mi sorge spontaneo il dubbio che la barba incolta, i pantaloni chiari arrotolati in fondo, i piedi scalzi e la maglia a righe possa perdere un pò di fascino una volta attraccato; ma poi mi ricordo che ho appena detto al mio ragazzo di non rasarsi, e che ieri volevo comprargli un paio di espadrillas blu (lo so che ormai inizia l'autunno e le espadrillas sono un pò fuori stagione ma costavano solo 10 €... perché non gliele ho prese? Perché? E perché non le ho prese per me?) quindi mi rispondo da sola dicendo che il fascino resta! Eccome se resta!!!
Momento culturale: St. Malò è una città di corsari e di mercanti - che poi una volta era più o meno la stessa cosa - con ricchi palazzi in pietra e tetti spioventi ricoperti di licheni.
Fine del momento culturale: non perdetevi un negozietto, che non vi saprei proprio spiegare come raggiungere, ma che è a buon mercato e pieno di cosette carine per arredare casa, tutto in tema marinaresco ovviamente, comprese quelle bellissime sfere di vetro verde circondate da cordame che non so assolutamente a cosa possano servire ma che adoro!
St. Malò mi accoglie con una meravigliosa ragazza - di quelle che si trovano solo su Pinterest e che un pò odio, con i loro capelli biondi raccolti alla bell'e meglio e una tee bianca rubata al fidanzato fisicato che si vede distintamente sullo sfondo - che fuma seduta sulla finestra di un palazzo signorile.
St. Malò mi dà l'addio con una vecchia signora con dei capelli cotonati color platino, la pelle scottata dal sole, una casacca bianca e una sigaretta in mano, affacciata con noncuranza ad un'altra finestra in un altro palazzo...
Mmmm... coincidenza???
Di nuovo in macchina, di nuovo sbagliamo strada, di nuovo questa diga? Ma non l'avevamo già percorsa nella direzione opposta?
Ed eccoci a Le Mont St. Michel...
Allora: vi ricordate la storia secondo la quale l'alta marea impedisce di raggiungerla? Sì? Dimenticatela! Hanno costruito dighe, hanno alzato la strada, hanno ucciso il romanticismo, la fantasia e la natura selvaggia!
Adesso si arriva alle mura con le navette o a piedi - opzione scelta dai sottoscritti.
Non fatevi spaventare dai turisti, dalla folla, dai negozi e dai ristoranti accalcati ai bordi della viuzza in salita: proseguite diritti per la vostra strada, e le fatiche - fisiche e mentali per poter sopportare tutto quel baccano - verranno premiate con la visita alla Cattedrale e al Monastero.
Ancora abitato in parte da monaci senza un filo di cellulite e molto tonici - non dimentichiamo le continue scale - la somma del monte - che nel Medioevo si pensava maledetto visto che scompariva in balia delle maree - ospita costruzioni ardite che si slanciano verso il cielo e scavano verso le profondità della terra!
I gargoilles ci guardano e scuotono la testa alla visione di un biker olandese, sovrabbondante, tatuato, col codino, che suda ad ogni gradino!
I monaci, o chi per loro, si sono dati da fare per rendere il sito piacevole e ridare un pò di magia alle sale disabitate, ai refettori, alla sala dei monaci amanuensi, trasformandoci in due hipsters impazziti alla ricerca di angoli speciali per foto da far invidia a National Geographic!
Di ritorno da Le Mont St. Michel cerchiamo un hotel non troppo distante, verso il nord, sulla costa; dopo mezza dozzina di telefonate finalmente troviamo un letto... Arriviamo alle 22.00 a Flamanville, in tempo per posare i bagagli, supplicare la madame alla reception di prenotarci un tavolo ad un ristorante, e socchiudere gli occhi davanti ad un romantico tramonto in riva al mare...
E, come indicato in un commento su Tripadvisor, facciamo finta che la centrale nucleare non ci sia!
giovedì 6 settembre 2012
martedì 4 settembre 2012
6° Tappa: Bayeaux - Arromanches - Longues - Port en Bessin
Siamo a Martedì...
Giornata all'insegna della cultura...
Al mattino, accompagnati dai nostri ospiti francesi, andiamo a Bayeaux per una visita alla splendida Cattedrale - un vero tripudio di vetrate colorate e guglie - e all'Arazzo che, in molti molti molti molti molti metri, narra la storia della conquista normanna dell'Inghilterra e, nello specifico, la Battaglia di Hastings.
Dopo aver aspettato l'uomo, che ha sentito la necessità di leggere ogni singola didiscalia relativa ai reperti del museo annesso, andiamo a fare un francesissimo pranzo a base di gallettes (praticamente delle crepes con il grano saraceno) in un locale con tavolini all'aperto in riva ad un ruscello che spinge un piccolo mulino...
Nel pomeriggio andiamo ad Arromanches, per visitare il primo dei tanti musei dello sbarco... anzi, il primo dei troppi!!
Io posso anche capire che, magari, americani, canadesi e inglesi, quel fatidico 6 giugno, avessero altro a cui pensare che prendersi su la loro roba, ma era proprio necessario fare, anni dopo, un numero spropositato di musei con bacheche piene di divise, berretti, armi, bottiglie di Coca Cola, riviste, medicinali, confezioni di preservativi e migliaia di altri oggetti di uso comune? Oh! capisco che anche i soldati dovessero farsi la barba e evitare gravidanze indesiderate... ma era proprio il caso di documentarlo in mille musei?
Almeno il museo è vicino alla spiaggia, quindi, io mi accomodo fuori, sul molo, a spettegolare guardando le onde in attesa che gli uomini finiscano di leggere le ennesime didascalie!!!
E visto che la cultura non è mai troppa - dicono - ci spostiamo a Longues per vedere una batteria tedesca rimasta quasi intatta...
E io manco sapevo cosa fosse una batteria: ero rimasta a quella con le bacchette e il tamburo e a quella di pentole... invece pare ci sia anche di cannoni! Ma guarda un pò!
Fortunatamente, anche qui, il paesaggio vale la noia... ops... il paesaggio vale il viaggio!
Prima di tornare in hotel, facciamo un'ultima tappa a Port en Bessin: scendo alla spiaggia in cerca di conchiglie... non dovrebbe essere difficile, visto che la spiaggia è fatta di conchiglie, ma non ne trovo neanche una intera! Dopo mezz'ora a cercare, scivolando sugli scogli, aiutata (?) da delle improponibili indicazioni impartite dall'alto del molo dai miei compagni di viaggio, mi giro per tornare, con la coda tra le gambe, alla macchina e mi ritrovo una piccola bimbetta in costume da bagno nonostante il maltempo, scalza nonostante i cocci taglienti, con quattro conchiglie intatte in mano: silenziosissima, me le mostra e me le offre con una faccia tra la pena e il disprezzo!
La ringrazio in tutte le lingue umanamente conosciute ma rimane muta... sorride, solamente, quando arrivo al tedesco! Ok, la Germania ha conquistato un punto... è ancora lunga la sua scalata al mio cuore!!!
La sera le conchiglie fanno il bagno in doccia con noi!
Baci
Giornata all'insegna della cultura...
Al mattino, accompagnati dai nostri ospiti francesi, andiamo a Bayeaux per una visita alla splendida Cattedrale - un vero tripudio di vetrate colorate e guglie - e all'Arazzo che, in molti molti molti molti molti metri, narra la storia della conquista normanna dell'Inghilterra e, nello specifico, la Battaglia di Hastings.
Dopo aver aspettato l'uomo, che ha sentito la necessità di leggere ogni singola didiscalia relativa ai reperti del museo annesso, andiamo a fare un francesissimo pranzo a base di gallettes (praticamente delle crepes con il grano saraceno) in un locale con tavolini all'aperto in riva ad un ruscello che spinge un piccolo mulino...
Nel pomeriggio andiamo ad Arromanches, per visitare il primo dei tanti musei dello sbarco... anzi, il primo dei troppi!!
Io posso anche capire che, magari, americani, canadesi e inglesi, quel fatidico 6 giugno, avessero altro a cui pensare che prendersi su la loro roba, ma era proprio necessario fare, anni dopo, un numero spropositato di musei con bacheche piene di divise, berretti, armi, bottiglie di Coca Cola, riviste, medicinali, confezioni di preservativi e migliaia di altri oggetti di uso comune? Oh! capisco che anche i soldati dovessero farsi la barba e evitare gravidanze indesiderate... ma era proprio il caso di documentarlo in mille musei?
Almeno il museo è vicino alla spiaggia, quindi, io mi accomodo fuori, sul molo, a spettegolare guardando le onde in attesa che gli uomini finiscano di leggere le ennesime didascalie!!!
E visto che la cultura non è mai troppa - dicono - ci spostiamo a Longues per vedere una batteria tedesca rimasta quasi intatta...
E io manco sapevo cosa fosse una batteria: ero rimasta a quella con le bacchette e il tamburo e a quella di pentole... invece pare ci sia anche di cannoni! Ma guarda un pò!
Fortunatamente, anche qui, il paesaggio vale la noia... ops... il paesaggio vale il viaggio!
Prima di tornare in hotel, facciamo un'ultima tappa a Port en Bessin: scendo alla spiaggia in cerca di conchiglie... non dovrebbe essere difficile, visto che la spiaggia è fatta di conchiglie, ma non ne trovo neanche una intera! Dopo mezz'ora a cercare, scivolando sugli scogli, aiutata (?) da delle improponibili indicazioni impartite dall'alto del molo dai miei compagni di viaggio, mi giro per tornare, con la coda tra le gambe, alla macchina e mi ritrovo una piccola bimbetta in costume da bagno nonostante il maltempo, scalza nonostante i cocci taglienti, con quattro conchiglie intatte in mano: silenziosissima, me le mostra e me le offre con una faccia tra la pena e il disprezzo!
La ringrazio in tutte le lingue umanamente conosciute ma rimane muta... sorride, solamente, quando arrivo al tedesco! Ok, la Germania ha conquistato un punto... è ancora lunga la sua scalata al mio cuore!!!
La sera le conchiglie fanno il bagno in doccia con noi!
Baci
giovedì 30 agosto 2012
5° Tappa: Caen - furti in chiesa ed errori di pronuncia
Ciao ragazzi...
vi ho lasciato un po' di giorni fa per coccolarmi (e farmi coccolare e coccolare) e ustionarmi sul lago di Garda: come al solito ero convinta di aver messo in valigia la crema solare ma ovviamente l'avevo lasciata a casa, perciò eccomi qui, tre giorni dopo, ancora a spalmarmi aloe nel tentativo di smorzare il rossore!
Ad ogni modo, sarà il caso di riannodare il filo del viaggio in Normandia...
La mattina del lunedì, dopo le ultime battute scambiate con il gestore del mio hotel preferito, mettiamo i bagagli sulla mitica Punto e partiamo in direzione Condé sur Noireau, nell'entroterra normanno, più vicino alla costa atlantica - nuova base d'appoggio per i seguenti due giorni!
Inutile dirvelo, ci perdiamo in mezzo alla campagna, circondati di mais e di pale eoliche e impieghiamo un'ora in più del previsto per arrivare a casa di amici che ci aspettavano per il pranzo!
Il pasto lo saltiamo ma ci rimane pur sempre il dolce... MACARONS!!!!!!!
E allora, metto da parte la buona educazione e mi avvento sul vassoio come una leonessa su una gazzella che si abbevera ad uno stagno!
Piccoli macarons indifesi!!!!
Buoni Buoni Buoni!!!
Va beh, calma...
Stavo dicendo, i nostri francesissimi ospiti ci accompagnano a Caen, quindi almeno questa volta, non ci mettiamo più del dovuto e non ci perdiamo!
Caen è una città universitaria - e lo si nota dai locali coi tavolini all'aperto affollati all'ora dell'aperitivo - distrutta quasi completamente dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, che però hanno risparmiato le chiese... ed è in una di queste che ho commesso - inconsapevoltente signori della Corte!! - il mio reato: DA QUANDO IN CHIESA LE BROCHURE SI DEVONO PAGARE???
Ad ogni modo - lo ammetto - io me la sono presa, l'ho sfogliata e l'ho portata fuori senza minimamente pormi il problema, tra gli sguardi stupiti dei nostri accompagnatori... oh, ok, finirò all'inferno, che vi devo dire!?!
Punti di interesse: la Cattedrale delle Donne, la Cattedrale degli Uomini (che affianca il Comune) e le rovine del Castello, del quale sono rimaste solo le mura esterne...
La città è decisamente interessante e merita una visita ma, ATTENZIONE!!! Qualora ci andaste da soli e vi smarriste nel bel mezzo del nulla, e sentiste il bisogno di chiedere informazioni ad un passante, mi raccomando, pronunciatene bene il nome - io, per evitare ogni problema, lo dicevo così come si scrive - perchè se doveste far sentire troppo la "o", rischiereste di dare del co***one a quel passante, che, a quel punto, forse, non sarebbe molto ben disposto a darvi le indicazioni di cui necessitate!!!
Tra una passeggiata e l'altra, si fa ora di cena: mangiamo in un quartiere di ristorantini, scegliendo un locale in stile "caccia grossa nella savana africana", tra teste mozzate di gnu e tappezzerie zebrate... e poi tutti a nanna!!
vi ho lasciato un po' di giorni fa per coccolarmi (e farmi coccolare e coccolare) e ustionarmi sul lago di Garda: come al solito ero convinta di aver messo in valigia la crema solare ma ovviamente l'avevo lasciata a casa, perciò eccomi qui, tre giorni dopo, ancora a spalmarmi aloe nel tentativo di smorzare il rossore!
Ad ogni modo, sarà il caso di riannodare il filo del viaggio in Normandia...
La mattina del lunedì, dopo le ultime battute scambiate con il gestore del mio hotel preferito, mettiamo i bagagli sulla mitica Punto e partiamo in direzione Condé sur Noireau, nell'entroterra normanno, più vicino alla costa atlantica - nuova base d'appoggio per i seguenti due giorni!
Inutile dirvelo, ci perdiamo in mezzo alla campagna, circondati di mais e di pale eoliche e impieghiamo un'ora in più del previsto per arrivare a casa di amici che ci aspettavano per il pranzo!
Il pasto lo saltiamo ma ci rimane pur sempre il dolce... MACARONS!!!!!!!
E allora, metto da parte la buona educazione e mi avvento sul vassoio come una leonessa su una gazzella che si abbevera ad uno stagno!
Piccoli macarons indifesi!!!!
Buoni Buoni Buoni!!!
Va beh, calma...
Stavo dicendo, i nostri francesissimi ospiti ci accompagnano a Caen, quindi almeno questa volta, non ci mettiamo più del dovuto e non ci perdiamo!
Caen è una città universitaria - e lo si nota dai locali coi tavolini all'aperto affollati all'ora dell'aperitivo - distrutta quasi completamente dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, che però hanno risparmiato le chiese... ed è in una di queste che ho commesso - inconsapevoltente signori della Corte!! - il mio reato: DA QUANDO IN CHIESA LE BROCHURE SI DEVONO PAGARE???
Ad ogni modo - lo ammetto - io me la sono presa, l'ho sfogliata e l'ho portata fuori senza minimamente pormi il problema, tra gli sguardi stupiti dei nostri accompagnatori... oh, ok, finirò all'inferno, che vi devo dire!?!
Punti di interesse: la Cattedrale delle Donne, la Cattedrale degli Uomini (che affianca il Comune) e le rovine del Castello, del quale sono rimaste solo le mura esterne...
La città è decisamente interessante e merita una visita ma, ATTENZIONE!!! Qualora ci andaste da soli e vi smarriste nel bel mezzo del nulla, e sentiste il bisogno di chiedere informazioni ad un passante, mi raccomando, pronunciatene bene il nome - io, per evitare ogni problema, lo dicevo così come si scrive - perchè se doveste far sentire troppo la "o", rischiereste di dare del co***one a quel passante, che, a quel punto, forse, non sarebbe molto ben disposto a darvi le indicazioni di cui necessitate!!!
Tra una passeggiata e l'altra, si fa ora di cena: mangiamo in un quartiere di ristorantini, scegliendo un locale in stile "caccia grossa nella savana africana", tra teste mozzate di gnu e tappezzerie zebrate... e poi tutti a nanna!!
venerdì 24 agosto 2012
4° Tappa: La Costa fiorita, Deauville e Villerville
Dopo essere arrivati al B&B intorno alle 20, il gestore ci ha gentilmente prenotato un tavolo al ristorante di fronte.
Come direbbe colui che continua a decantarmi l'utilità delle Public Relations e dei Social Networks, fatevi sempre consigliare dall'albergatore un posto dove mangiare: vi indicherà, se proprio non quello più economico, quello dove si mangia meglio - per non fare brutta figura! - e magari si prodigherà a trovarvi un tavolo - raramente libero in Normandia dopo le 21, visto che i normanni sono un popolo che hanno abbracciato appieno il motto che "a tavola non si invecchia" e quindi passano tutta la serata al ristorante.
Rischiando di addormentarmi sul piatto, ho finito la cena con un buon bicchiere di Calvados invecchiato 8 anni che mi ha dato il colpo di grazia... e buonanotte!
Al mattino: colazione dei campioni fino alle 11 e giretto per Honfleur (del quale vi ho già scritto), pausa aperitivo a base di Panaché e poi in macchina fino a Deauville.
Mega temporale mentre siamo in macchina, ma la fortuna ci assiste e quando parcheggiamo la pioggia ha smesso di cadere!
Deauville... Deauville...
Non mi ha convinto fino in fondo! Non si può certo negare che abbia un suo allure, con le cabine panna e azzurre che si affacciano sulla passeggiata del lungomare, con una spiaggia immensa punteggiata di ombrelloni colorati e tristemente chiusi... Meta di villeggiatura di quella che era la dolce vita di un tempo, tutto il mondo del cinema - quello vero, quello importante, quello fatto di lustrini e abiti da sera - è passato di qui e la cittadina non smette di ricordarcelo, quasi consapevole del fatto che oramai le restano giusto i ricordi e che il passato splendente non tornerà certo indietro grazie ai negozi griffati del centro, che sinceramente hanno messo angoscia persino a me!
Per completare la scena da "viale del tramonto" ricomincia a piovere e inizia a farsi sentire la fame...
Deauville sarà anche una cittadina decadente ma si fa pagare cara! Ristoranti troppo costosi e, comunque, anche volendo concederci uno strappo alla regola e al portafoglio, strapieni! ZERO posti senza prenotazione!!!
Così compriamo una baguette come stuzzichino e torniamo verso la macchina per cenare in quel di Honfleur; ma come un miraggio, sulla strada del ritorno, ci imbattiamo in una spiaggetta solitaria, frequentata solo da pescatori di cozze, meravigliosamente spruzzata dell'oro e dell'argento del tramonto che cerca di farsi largo tra nuvoloni temporaleschi al largo, sul mare e ci fermiamo per apprezzare il paesaggio selvaggio sferzato da un vento freddo che in Italia non si fa sentire da... non me lo ricordo nemmeno più!
Sono queste le cose che ho apprezzato di più durante questo viaggio - oltre alla compagnia ovviamente (toglimi la pistola dalla tempia adesso!!!): i luoghi non segnati sulle guide, i paesini sul mare che solo per buona sorte ci capitava di trovare lungo il tragitto e che erano in grado di trasmettere molta più armonia ed emozioni delle grandi città, turistiche e affollate!
Come direbbe colui che continua a decantarmi l'utilità delle Public Relations e dei Social Networks, fatevi sempre consigliare dall'albergatore un posto dove mangiare: vi indicherà, se proprio non quello più economico, quello dove si mangia meglio - per non fare brutta figura! - e magari si prodigherà a trovarvi un tavolo - raramente libero in Normandia dopo le 21, visto che i normanni sono un popolo che hanno abbracciato appieno il motto che "a tavola non si invecchia" e quindi passano tutta la serata al ristorante.
Rischiando di addormentarmi sul piatto, ho finito la cena con un buon bicchiere di Calvados invecchiato 8 anni che mi ha dato il colpo di grazia... e buonanotte!
Al mattino: colazione dei campioni fino alle 11 e giretto per Honfleur (del quale vi ho già scritto), pausa aperitivo a base di Panaché e poi in macchina fino a Deauville.
Mega temporale mentre siamo in macchina, ma la fortuna ci assiste e quando parcheggiamo la pioggia ha smesso di cadere!
Deauville... Deauville...
Non mi ha convinto fino in fondo! Non si può certo negare che abbia un suo allure, con le cabine panna e azzurre che si affacciano sulla passeggiata del lungomare, con una spiaggia immensa punteggiata di ombrelloni colorati e tristemente chiusi... Meta di villeggiatura di quella che era la dolce vita di un tempo, tutto il mondo del cinema - quello vero, quello importante, quello fatto di lustrini e abiti da sera - è passato di qui e la cittadina non smette di ricordarcelo, quasi consapevole del fatto che oramai le restano giusto i ricordi e che il passato splendente non tornerà certo indietro grazie ai negozi griffati del centro, che sinceramente hanno messo angoscia persino a me!
Per completare la scena da "viale del tramonto" ricomincia a piovere e inizia a farsi sentire la fame...
Deauville sarà anche una cittadina decadente ma si fa pagare cara! Ristoranti troppo costosi e, comunque, anche volendo concederci uno strappo alla regola e al portafoglio, strapieni! ZERO posti senza prenotazione!!!
Così compriamo una baguette come stuzzichino e torniamo verso la macchina per cenare in quel di Honfleur; ma come un miraggio, sulla strada del ritorno, ci imbattiamo in una spiaggetta solitaria, frequentata solo da pescatori di cozze, meravigliosamente spruzzata dell'oro e dell'argento del tramonto che cerca di farsi largo tra nuvoloni temporaleschi al largo, sul mare e ci fermiamo per apprezzare il paesaggio selvaggio sferzato da un vento freddo che in Italia non si fa sentire da... non me lo ricordo nemmeno più!
Sono queste le cose che ho apprezzato di più durante questo viaggio - oltre alla compagnia ovviamente (toglimi la pistola dalla tempia adesso!!!): i luoghi non segnati sulle guide, i paesini sul mare che solo per buona sorte ci capitava di trovare lungo il tragitto e che erano in grado di trasmettere molta più armonia ed emozioni delle grandi città, turistiche e affollate!
mercoledì 22 agosto 2012
3° Tappa: Honfleur e il B&B più bello del mondo!
Ciao ragazzi...
riprendiamo da dove ci eravamo interrotti: una volta usciti dal dedalo di strade di Rouen ci dirigiamo ad Honfleur!
Consiglio: se volete andare in Normandia, Honfleur è una bellissima cittadina in cui passare qualche giorno e da usare come base d'appoggio per visitare i dintorni; una volta arrivati, buttate la guida ed affidatevi all'istinto!
Nella zona, Le Havre è sconsigliata da chiunque del posto, d'altronde è una città portuale e industriale, quindi, a meno che non vogliate fare una bella gitarella tra le navi cargo, evitatela. Dovrebbero essere molto belle le coste più a est ma purtroppo il tempo era quello che era, cioè un tiranno, e non abbiamo potuto visitarle!
Se invece da Honfleur vi dirigete lungo la costa verso ovest, avrete quanche bella sorpresa fermandovi sulle spiagge meno turistiche, dove, con la bassa marea, la gente del posto con gli stivaloni di gomma, raccoglie le cozze!!!
Mi sono distratta e sono andata troppo avanti... quindi faccio un passo indietro!
Il venerdì prima della partenza ho passato il pomeriggio cercando un hotel ad Honfleur; su Tripadvisor le premesse non erano decisamente rosee quindi mi sono affidata al sito del Comune, e mai scelta fu più azzeccata! Ho trovato il B&B perfetto (ah, per chi non lo sapesse, i francesi amano la loro lingua anche più degli italiani e quindi non ammettono intromissioni da parte dell'inglese: il computer è l'ordinator e il B&B è la chambre d'hote! Fatevene una ragione e cercate con questo nome!!!)
Dicevo, ho scovato la Chambre d'Hote perfetta: Réglisse & Pain d'Espice - ossia liquirizia e pane alla cannella.
Aperto solo da marzo di quest'anno, per ora ha solo 3 camere arredate ognuna con uno stile diverso, accoglienti e comode. I gestori sono simpatici e spigliati - sarà che uno dei due lavorava prima in un hotel a 4 stelle a Parigi!; la colazione è servita in una spaziosa cucina tutta sui toni del rosso, comprese tazze, tovaglioli, portapane e sacchettini porta-croissants! Il costo non è eccessivo e la colazione è già compresa nel prezzo - cosa rara per la zona!
Non so se sono riuscita a rendervi bene il mio entusiasmo verso questo posto!
Ma insomma!!! Cosa potete volere di più di una camera tutta in tinta e un albergatore chiacchierone che vi coccola la mattina parlandovi di riccone australiane che passano la loro vita viaggiando, che vi spiega il perchè di un nome così bislacco per l'hotel - Réglisse viene da una pubblicità con un gatto se non mi ricordo male, e Pain d'Espice è stato aggiunto perchè fa rima con Règlisse, ovvio no?! - e con un labrador color cioccolato chiamato anche lui Réglisse, che ti mangia i lacci e i talloni delle Converse? E poi ti fa i complimenti, ti dice che sei carina e che il tuo ragazzo ti renderà felice "in altri modi" strizzandoti d'occhio!
Ma basta parlare dell'hotel, anche il paese è splendido, dcisamente! Adagiato sulla costa, tra il mare e la foce della Senna, con un porticciolo che si insinua all'interno dell'abitato e si lascia abbracciare da bar e ristorantini... Ma se volete un consiglio, per una cena tipicamente francese, per i sapori e per lo stile, andate assolutamente in un locale chiamato "Bacaretto"; piccolo, intimo, con le pareti ricoperte di bottiglie, tappi e stampe, il caos più totale ovunque, la toilette foderata di copertine di giornali d'epoca di ogni tipo - da quelli di gastronomia a quelli pornografici - con un oste alto e magro, coi capelli che escono dal cappello bianco, che ti consiglia sui piatti e sul vino! E mi raccomando, nel caso decidiate di andare lì, non leggete solo il menù, chiedete quale sia il piatto del giorno e assaggiate il tagliere di affettati (d'oca) misti!!!
Una curiosità su tutte su Honfleur: quando ancora non era così famoso, Napoleone si fermò in questo porto; oggi, il luogo dove pernottò è una pasticceria... piena di Orsacchiotti!!!!!
E domani, ragazzi miei, Deauville - la dolce vita francese - e Villerville - il paradiso per caso!
riprendiamo da dove ci eravamo interrotti: una volta usciti dal dedalo di strade di Rouen ci dirigiamo ad Honfleur!
Consiglio: se volete andare in Normandia, Honfleur è una bellissima cittadina in cui passare qualche giorno e da usare come base d'appoggio per visitare i dintorni; una volta arrivati, buttate la guida ed affidatevi all'istinto!
Nella zona, Le Havre è sconsigliata da chiunque del posto, d'altronde è una città portuale e industriale, quindi, a meno che non vogliate fare una bella gitarella tra le navi cargo, evitatela. Dovrebbero essere molto belle le coste più a est ma purtroppo il tempo era quello che era, cioè un tiranno, e non abbiamo potuto visitarle!
Se invece da Honfleur vi dirigete lungo la costa verso ovest, avrete quanche bella sorpresa fermandovi sulle spiagge meno turistiche, dove, con la bassa marea, la gente del posto con gli stivaloni di gomma, raccoglie le cozze!!!
Mi sono distratta e sono andata troppo avanti... quindi faccio un passo indietro!
Il venerdì prima della partenza ho passato il pomeriggio cercando un hotel ad Honfleur; su Tripadvisor le premesse non erano decisamente rosee quindi mi sono affidata al sito del Comune, e mai scelta fu più azzeccata! Ho trovato il B&B perfetto (ah, per chi non lo sapesse, i francesi amano la loro lingua anche più degli italiani e quindi non ammettono intromissioni da parte dell'inglese: il computer è l'ordinator e il B&B è la chambre d'hote! Fatevene una ragione e cercate con questo nome!!!)
Dicevo, ho scovato la Chambre d'Hote perfetta: Réglisse & Pain d'Espice - ossia liquirizia e pane alla cannella.
Aperto solo da marzo di quest'anno, per ora ha solo 3 camere arredate ognuna con uno stile diverso, accoglienti e comode. I gestori sono simpatici e spigliati - sarà che uno dei due lavorava prima in un hotel a 4 stelle a Parigi!; la colazione è servita in una spaziosa cucina tutta sui toni del rosso, comprese tazze, tovaglioli, portapane e sacchettini porta-croissants! Il costo non è eccessivo e la colazione è già compresa nel prezzo - cosa rara per la zona!
Non so se sono riuscita a rendervi bene il mio entusiasmo verso questo posto!
Ma insomma!!! Cosa potete volere di più di una camera tutta in tinta e un albergatore chiacchierone che vi coccola la mattina parlandovi di riccone australiane che passano la loro vita viaggiando, che vi spiega il perchè di un nome così bislacco per l'hotel - Réglisse viene da una pubblicità con un gatto se non mi ricordo male, e Pain d'Espice è stato aggiunto perchè fa rima con Règlisse, ovvio no?! - e con un labrador color cioccolato chiamato anche lui Réglisse, che ti mangia i lacci e i talloni delle Converse? E poi ti fa i complimenti, ti dice che sei carina e che il tuo ragazzo ti renderà felice "in altri modi" strizzandoti d'occhio!
Ma basta parlare dell'hotel, anche il paese è splendido, dcisamente! Adagiato sulla costa, tra il mare e la foce della Senna, con un porticciolo che si insinua all'interno dell'abitato e si lascia abbracciare da bar e ristorantini... Ma se volete un consiglio, per una cena tipicamente francese, per i sapori e per lo stile, andate assolutamente in un locale chiamato "Bacaretto"; piccolo, intimo, con le pareti ricoperte di bottiglie, tappi e stampe, il caos più totale ovunque, la toilette foderata di copertine di giornali d'epoca di ogni tipo - da quelli di gastronomia a quelli pornografici - con un oste alto e magro, coi capelli che escono dal cappello bianco, che ti consiglia sui piatti e sul vino! E mi raccomando, nel caso decidiate di andare lì, non leggete solo il menù, chiedete quale sia il piatto del giorno e assaggiate il tagliere di affettati (d'oca) misti!!!
Una curiosità su tutte su Honfleur: quando ancora non era così famoso, Napoleone si fermò in questo porto; oggi, il luogo dove pernottò è una pasticceria... piena di Orsacchiotti!!!!!
E domani, ragazzi miei, Deauville - la dolce vita francese - e Villerville - il paradiso per caso!
Baci
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